domenica 11 maggio 2014

#educazionEamore - Parole d'amore

Il tema del mese di maggio lanciato da Snodi Pedagogici è: #educazionEamore

"L’educazione all’amore come dimensione particolare dell’incontro (umano e tra esseri viventi), alla sessualità, all’affettività, alla passione, intesa non solo come eros ma più etimologicamente come provare un forte “sentire” per qualcosa o qualcuno.
Come educare e come educarsi all'amore, in tutte le sue sfaccettature?"

Buona lettura.



Parole d'amore, di Cristina Crippa


L'amore e l’educazione sono le dimensioni più interessanti della mia vita. Lì sono nate e cresciute le relazioni che fanno di me ciò che sono, in cui si definisce la vita che preferisco vivere.
Perché mi interessano tanto queste relazioni e vi investo tante energie? Forse perché lì le mie energie non si consumano, si potenziano.
Ho imparato che una relazione d’amore e una relazione educativa sono profondamente diverse.
Ho sperimentato che educare qualcuno non è amarlo, ma amare qualcuno è anche educare e farsi educare.
C’è una dinamica comune in queste due relazioni umane che non smette di catturare il mio interesse: amare qualcuno, educare qualcuno significa accompagnarlo fuori da sé, senza lasciarlo solo. Fuori da sé, ma dove? Credo in luoghi dove vedere nuovi mondi possibili e rappresentazioni di sé inedite ma accessibili, luoghi in cui realizzare forme di benessere crescente. I luoghi del cambiamento, della trasformazione.
In una relazione educativa una persona impara grazie all'altro a prendersi cura di sé e della propria esistenza, a prendersi in carico il proprio stare nel mondo. In una relazione amorosa tutto ciò è reciproco: in fondo amare ed essere amati è potenziare e sviluppare la capacità di amare se stessi.
È possibile educare qualcuno all'amore?
Credo che un compito certamente educativo sia occuparsi di come far crescere nelle persone la capacità di scegliere, di riconoscere l’altro tra gli innumerevoli incontri che abitano una vita, riconoscerlo non solo come qualcuno da amare e da cui farsi amare, ma piuttosto come qualcuno in cui ricercare forme migliori di sé e a cui aprire lo stesso spazio di ricerca, in noi e attraverso noi.

Piccolo dialogo da un amore educato 
“Cosa vuol dire che mi ami? “
“Mi fai sentire come mi vedi tu. Quando mi guardi io sono un essere meraviglioso, e adoro esserlo. Quando non ci sei e non mi guardi, io costruisco quell’immagine di me, vivo cercando di realizzarla. Quando non tornerai più a guardarmi, io conserverò quell’immagine dentro il mio mondo, e continuerò a farla vivere”.
“Ma io non faccio niente di speciale per fare tutto questo…”
“Lo so, tu mi ami e basta. Non è speciale: è solo così.”
“Come fai a saperlo?”
“Vedo questa immagine, in tutta la sua complessità e nei minimi dettagli; i colori, le sfumature, le imperfezioni: mi piace, e finché continuerai a dipingerla, so che mi amerai.”
“Ma io ti amo per quello che sei!”
“Non credo, mi ami per ciò che vedi che potrei essere e diventare: e mi fai credere che posso riuscirci, e io ci riesco.”
“Ci riesci…”
“Sì, il tuo amore mi insegna ogni giorno qualcosa su di me.”
“Cosa hai imparato su di te attraverso il mio amore?”
“Ad avere rispetto e cura per il mio corpo, ad ascoltare i pensieri e i desideri della mia pelle, a sorridere una volta al giorno davanti allo specchio: ho imparato che il mio corpo ha bisogno di attenzione e in cambio può restituirmi benessere e piacere.
A non rincorrere il tempo, a non consumarlo, a viverlo con intensità: ho imparato a non lottare con il tempo, a goderne.
A far fatica, a lavorare duramente per realizzare i miei desideri: ho imparato che ho la forza per ottenere ciò che mi fa stare bene, che sono una persona tenace, che posso farcela.
A sentirmi una persona libera: ho imparato che la libertà è poter scegliere ogni giorno cosa vuoi essere, come vuoi vivere, cosa ti fa stare bene.”
“Sì, vabbè… che esagerazione! Mi fai sentire una specie di Maestro!!! Io ti amo solo perché mi ami: perché quando ti penso sto bene, quando ci sei ancora di più, perché mi piace far cose con te (a parte qualche volta, quando sei insopportabile… allora si che mi insegni anche tu qualcosa di me: quanto so essere paziente…). Io pensavo di averti insegnato altre cose: che stai bene con i pantaloni neri, che i capelli sciolti e gli occhiali ti donano, che ti piace il gelato alla fragola, che hai bisogno di dormire 10 ore ogni notte, che se tieni in ordine le tue cose le trovi più facilmente, che se metti l’orologio avanti non arrivi sempre in ritardo, che se conti fino a dieci prima di dire ciò che pensi a volte è meglio… cose del genere, insomma.”
“Adesso sì che mi sembri la mia Maestra delle elementari, che credeva di avermi insegnato a leggere libri, e non si rendeva conto che mi stava aprendo le porte di un mondo intero: la letteratura!!! Certo, poi ho deciso io di entrare in quel mondo e di esplorarlo, ma non l’avrei potuto fare se lei non me lo avesse mostrato, se non mi avesse fatto credere che ero in grado di andarci e che ci avrei trovato cose meravigliose, se non mi avesse accompagnato un po’…
Ma tu mi amerai per sempre?”
“Francamente non saprei… ciò che diventiamo dentro questo amore però forse sì, rimarrà per sempre. Ci rimarrà questo: sapere come si fa, come si fa un amore.
Ma dobbiamo proprio parlare di questo, oggi…?”

Piccolo dialogo da un amore maleducato 
“Cosa vuol dire che mi ami?”
“Che ho bisogno di te, che sei l’aria che respiro, che senza di te non sono nulla, che l’idea di perderti mi fa impazzire. Che quando te ne vai mi porti via, e io rimango solo, e non so più chi sono, cosa sono, cosa fare.”


MINIBIOGRAFIA DELL'AUTRICE
La mia formazione universitaria è filosofica, percorrendo quell’itinerario ho incontrato la pedagogia: è stato un amore a prima vista, l’inizio di una passione inesauribile.
Il mio interesse per il sapere e il mio bisogno di agire, muovermi, sperimentare mi hanno portato a costruire una vita in cui le diverse dimensioni (privata, formativa, professionale) formano un intreccio piuttosto ampio e complesso, dove i legami e i fili dominanti sono educativi.
Ho avuto il privilegio di presentare una tesi in pedagogia generale con il Prof. Riccardo Massa e, dopo la laurea in Filosofia, il mio percorso è proseguito con la specializzazione in Clinica della Formazione e il perfezionamento in Orientamento, tecniche e metodologie per il riconoscimento, la validazione e la certificazione delle competenze.
Il tema e la pratica dell’accompagnamento al cambiamento e allo sviluppo personale e professionale degli individui, rappresenta il cuore delle mie attività professionali dell’ultimo quindicennio in cui ho lavorato come consulente per numerose organizzazioni e servizi formativi e socio-educativi. Le occasioni di scrittura e pubblicazione che ho avuto in questi anni e su questi temi sono state per me preziose opportunità di apprendimento e crescita.Oggi i miei interessi professionali e culturali, le mie pratiche di ricerca sono orientate alla valutazione pedagogica e della qualità pedagogica dei servizi formativi, orientativi, educativi, oltre che allo sviluppo del cambiamento personale e organizzativo, con particolare attenzione alla specificità delle transizioni e alla valorizzazione delle differenze di genere e cultura delle persone.


Tutti i contributi verranno divulgati dai blogger di Snodi Pedagogici, condivisi e commentati sui diversi social e raccolti in questo link.

Gli altri blog che partecipano:
Il Piccolo Doge, Affidando sé
Ponti e Derive, Si può veramente educare all'amore
La Bottega della Pedagogista, Educare senza amore
La bottega della Pedagogista, Strada facendo
E di Educazione, Amare l'incontro per incontrare l'amore
Bivio Pedagogico, Educazione e Amore
InDialogo, Disagio, Disabilità, Affettività
Labirinti Pedagogici, Il nuovo ruolo dei padri
TrafantasiapensieroazioneEducazione e amore nella rete

I blogging day fanno parte di un progetto culturale organizzato e promosso da Snodi Pedagogici.
Il progetto avrà termine con l'estate e sfocerà in un'antologia dei contributi che verrà pubblicata sotto forma di ebook.

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